Il Memoriale Nuova Speranza

35°30'09.6'' N 12°36'27.2'' E

Il Memoriale Nuova Speranza

35°30'09.6'' N 12°36'27.2'' E

Avevo il pensiero fisso di come questi esseri umani,

donne, bambini e uomini fossero stati numerati da 1 a 368 e dispersi nei vari cimiteri agrigentini senza un punto comune per essere onorati e ricordati

Vito Fiorino

Il 3 ottobre 2019 è stata mantenuta una promessa. Quella che Vito Fiorino e altri pescatori che erano in mare la notte del 3 ottobre 2013 fecero a loro stessi, ai sopravvissuti (grazie a loro) e soprattutto alle vittime di quello che è considerato uno dei naufragi di imbarcazioni di migranti più tragico della storia del Mediterraneo.

Alle 3.30 di quel giorno, un’imbarcazione partita dalla Libia naufragò quando ormai era in vista delle coste di Lampedusa, a 800 metri da quella Spiaggia dei Conigli e dalla Grotta della Tabaccara, due luoghi che hanno reso Lampedusa famosa in tutto il mondo per la loro straordinaria bellezza. L’imbarcazione era un peschereccio lungo circa 20 metri, salpato dal porto libico di Misurata il 1º ottobre 2013. La barca, come raccontato dai superstiti, era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane quando i motori si bloccarono e, per attirare l’attenzione delle navi che passavano, l’assistente del capitano iniziò ad agitare uno straccio infuocato producendo molto fumo. Una parte dei passeggeri, spaventati da quello che sembrava un incendio, si sono spostati da un lato dell’imbarcazione stracolma, che si è rovesciata. La barca ha girato su sé stessa tre volte prima di colare a picco. Furono 368 le vittime – 360 dei quali provenienti dall’Eritrea, gli altri dall’Etiopia – e il loro nomi oggi sono visibili sul monumento Nuova Speranza, inaugurato il 3 ottobre 2019, alle 3.30 di notte. Furono 155 i sopravvissuti, grazie all’intervento di Fiorino e di altri pescatori, come Costantino Baratta e Domenico Colapinto.

Quel giorno si è mantenuta la promessa di non dimenticare, di dare un nome a quelle vittime, perché non siano mai più numeri, ma vite, sogni, speranze, affetti. Restituire il diritto al proprio nome a una vittima è un atto dovuto, contro ogni disumanizzazione dei vivi e dei morti.
Vito Fiorino, quella notte, salvò 47 persone. Molte di loro, la notte del 3 ottobre 2019, erano presenti all’inaugurazione della scultura – realizzata grazie all’impegno del progetto europeo Snapshots from the Borders e all’associazione culturale Gariwo – in piazza Piave a Lampedusa.

Podcast: Storia di Lampedusa - 2^ puntata

L’interno del memoriale, realizzato in legno e acciaio “acidato” per dare l’effetto della ruggine, ricorda lo scheletro di una barca; attorno ad essa, una spirale che dall’alto verso il basso l’avvolge; su di essa 368 nomi, alla base una chiazza azzurra che rappresenta le acque che quella notte si chiusero su centinaia di vite come un sepolcro. I pezzi di legno posti all’interno della spirale, rappresentano braccia protese verso il cielo e verso una salvezza, a chiedere aiuto e solidarietà. Progettato dall’architetto Gaia Rossi, il progetto del memoriale Nuova Speranza ha coinvolto molti dei sopravvissuti, per risalire ai nomi delle vittime, incisi in alfabeto latino e traslitterati dal tigrino. Ogni anno, il 3 ottobre, la cerimonia in ricordo del naufragio si terrà davanti al quel monumento.

Alle spalle della spirale, è stato realizzato un murales, dallo street artist NEVE (Danilo Pistone), che raffigura una corona di fiori, come quella che ogni anno – nel luogo del naufragio – i pescherecci dell’isola assieme alle imbarcazioni delle autorità e delle istituzioni e della società civile, depongono sul luogo del naufragio.

Dal 2016, il 3 ottobre in Italia è diventata la giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, mentre proprio il progetto Snapshots from the Borders ha lavorato in questi anni perché diventi la giornata europea della memoria e dell’accoglienza.

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